22.7.10

05/04/10 lun: Ginza, Sony building, tempio Sengaku-ji, Roppongi.

E’ un’altra giornata di pioggia in Giappone, e la pioggia giapponese non risparmia nessuno visto che al 90% è accompagna da un bel venticello che ti rende inutile ogni tentativo di non bagnarsi. Quindi pensiamo posti al chiuso - centri commerciali, e così prendiamo la Ginza line, che stranamente ci porta a Ginza! Dopo il solito momento di smarrimento usciti dalla metro (è un casino orientarsi finchè non trovi una mappa), iniziamo a passeggiare per l’elegantissimo e stiloso quartiere, dove gli edifici delle marche (Gucci, Dior, Armani) sono opere d’arte architettoniche pazzesche. Da Gucci vedo il primo uomo giapponese veramente bello, ma mi han detto che non vale perché sicuramente dal profilo e dalla presenza di un minimo di barba in realtà era misto. Proprio mentre la pioggia aumenta e non da tregua ci imbattiamo nel Sony Building, salone espositivo a 7 piani con tutte le novità e anteprime Sony. Partiamo dall’ultimo piano, composto da una sala cinema che trasmettono video musicali jappi (molto nazionalisti loro, la musica ovunque vai è praticamente tutta jappa), scendiamo la scale passando da monitor LED studiati per la visioni 3D, macchine fotografiche, lettori mp3, di cui mi sono innamorata di Rolly (un mini stereo che balla, totalmente inutile ma adorabile).
Il ben pensato acquisto è un ibrido tra tecnologia e tradizione: un gatto dalla mano alzata, che si muove ad energia solare.
Ovviamente i cessi tecnologici lì erano sicuramente il modello migliore, c’erano tutte le funzioni solite, più altre opzioni e funzioni (tra cui i diversi tipi di musichetta da scegliere nel mentre che sei lì che devi nascondere qualche brutto rumorino). Il cielo non ne vuol sapere di migliorare, così la prossima tappa è Roppongi, con sosta al tempio Sengaku-ji, famoso per i 47 ronin lì sepolti dopo il seppuku, per rivendicare l’ingiusta morte del loro padrone. Il fascino delle tombe e dei templi giapponesi viene riconfermato, e anzi sarà un’escalation con apice a Nara. Uscendo, avevamo alla nostra sinistra tre negozi di souvenir, i primi 2 piuttosto moderni, l’ultimo era un negozietto gestito da 2 vecchini compressi (specialmente la signora era davvero tanto tanto bassa e piegata, un vero JPEG), gentilissimi, ci han fatto vedere con un gran da fare ogni souvenir, tra l’altro tutti davvero fatti bene e tradizionali a buon prezzo, ne abbiamo fatto incetta, e gentilmente ci hanno regalato un portafortuna di legno e offerto the verde. La gentilezza e la cordialità pazzesca ci ha davvero commosso. Dopo questa breve parentesi tradizionali ci buttiamo sull’ampio complesso commerciale di Roppongi, tra architettura, arte moderna e l’immancabile giardinetto tradizionale pieno di ciliegi. Prima di immergersi nell’area commerciale, attaccata all’uscita della metro c’è un area ristoranti, in cui ci fermiamo per dell’ottimo sushi. Il centro commerciale fuori è architettura moderna spalata, dentro è davvero artistico, la parole d’ordine è riprendere la tradizione in chiave moderna, tanto che vieni distratto alla struttura del centro e non badi ai negozi. Gran importanza alla luci soffuse, alle cascate e allo scorrere dell’acqua, che ritrovi un po’ ovunque. Sono rimasta particolarmente incantata dalle lanterne giapponesi, riprese però in chiave razionalista, dei piccoli capolavori, come rendere un qualcosa di antico attuale, senza perdere il fascino originario. Davvero notevole. Concludiamo la visita del complesso commerciale con la palla di vetro che contiene gli studi televisivi dei creatori di Doraemon.

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