22.7.10

14/04/10 merc - rientro in Italia.

Ci svegliamo, neanche a dirlo è una giornata di sole meraviglioso, e noi carichi di trolley compressi ci dirigiamo fuori dalla Ryokan non prima di aver fatto un grosso saluto al nostro Satoshi, diventato ormai il nostro idolo personale (se non altro anche perché era l’unico jappo a parlare un inglese comprensibile). Stavolta niente tragitto a piedi, prendiamo per l’ultima volta la metro, facciamo qualche spesa al Combini e ripercorriamo le stesse linee con cui siamo arrivati, fino al treno per l’aeroporto Narita, dove rivediamo il paesaggio da città a (relativamente) campagna al contrario.
All’aeroporto facce amiche, ovvero i nostri compagni di viaggio che dormivano nell’altra Ryokan, anche loro in attesa del volo. C’è anche chi è contento di andare a casa a riprendere la routine, io invece mi consolo prendendo le focacce riso-soia-tipopatatine, sinceramente un altro mesetto di vacanza non mi sarebbe affatto pesato. Anzi il vulcano islandese che bloccherà tutti i voli erutterà solo quando siamo già a casa nostra in Italia da qualche ora, quindi niente da fare, si deve proprio tornare. Il volo stavolta è interminabile. Non voglio dormire per non scombinarmi gli orari, ma le ore sono tante, e nemmeno qualche film carino addolcisce. Realizzo tra l’altro con giramento di balle estremo che il mio lettore mp3 è rimasto da qualche parte in Japponia, quindi a parte la compilation jazz fornita da Alitalia non c’è proprio speranza. Arriviamo a Roma, e almeno per consolarci ci prendiamo un bel gelatone non al tè verde ma al cioccolato fondente, però torno al coma quando salgo sull’aereo più piccino Roma - Bologna. Usciamo dall’aeroporto di Bologna un po’ meno contenti di quando siamo usciti dall’aeroporto di Narita 14 giorni fa. Giappone tornerò!